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Un nuovo osservatorio sulla professione giornalistica

Immagine del redattore: Ogni GiornoOgni Giorno

Dopo il passaggio dal cartaceo al digitale, il giornalista, senza snaturare il mestiere, deve essere pronto ad affrontare le nuove evoluzioni tecnologiche, inclusa l'intelligenza artificiale

“Dalla rivoluzione digitale emerge la necessità di un Osservatorio su questa dimensione mutevole e in continua trasformazione. Uno strumento operativo e scientifico che rafforzi la ‘cassetta degli attrezzi’ dei giornalisti". E' quanto ha dichiarato Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti a margine dell'incontro svoltosi presso l’Ordine dei giornalisti a Roma, dal titolo “Tendenze e nuovi scenari per il giornalismo. Digitale. Artificiale? Come si legge nell'articolo pubblicato su Wired il Presidente Bartoli sottolinea come "vanno comprese le dinamiche degli algoritmi, anche nelle fasi di produzione delle news giornalistiche; va osservata e capita l’intelligenza artificiale che si è affacciata nelle redazioni e vanno individuati percorsi per adeguare la mission dei giornalisti alla nuova realtà”. “L’ecosistema digitale in cui siamo immersi offre la possibilità a tutti di parlare a tutti, o almeno l’illusione di questa possibilità. Ognuno può cercare un palcoscenico per dire la propria, così come milioni di soggetti riversano nel web e nei social materiali informativi di ogni tipo. Senza disconoscere le grandi opportunità della rete, dobbiamo segnalare gli effetti distorsivi che avvengono sui social media. Viviamo in un gigantesco mercato mondiale dei dati personali gestito dalle grandi piattaforme il cui fatturato è spesso superiore a quello di Stati indipendentiIn questo quadro, l’informazione professionale assume una nuova centralità, il giornalismo è e resta una bussola in un territorio dove tutti possono parlare ad una infinità di persone.

Per questo il giornalista, nella nuova dimensione della comunicazione digitale, deve avere ancora più attenzione ai propri doveri: verifica rigorosa delle fonti, continenza nel linguaggio, accuratezza della narrazione, rispetto della persona.”

Bartoli sta affrontando le necessità di aggiornamento di una categoria che ha vissuto con difficoltà prima il passaggio dal cartaceo al digitale ed attualmente si trova ad affrontare nuove sfide economiche, culturali e tecnologiche.

Di recente Bartoli è riuscito ad ottenere il parere favorevole del Ministero di Giustizia (competente per l’Ordine dei giornalisti) e del Consiglio Nazionale dell’Ordine, sulla revisione delle linee interpretative dell’art.34 della legge 69 del 1963, consentendo un accesso al percorso verso il professionismo anche a coloro i quali, pur non avendo un rapporto di dipendenza con una testata, svolgono di fatto la professione giornalistica.

Una piccola rivoluzione, in attesa della reclamata riforma della legge professionale, come quella della creazione di quest’Osservatorio sul giornalismo digitale. Osservatorio che, come afferma Antonio Rossano, giornalista e coordinatore del progetto, “intende rappresentare l’ambito attuale del mondo del giornalismo e dell’informazione con l’obiettivo di indicare percorsi e tendenze che a livello globale si riverberano nell’ecosistema informativo nazionale e locale. Grandi opportunità quindi a fronte di nuovi strumenti e nuove tecnologie che richiedono la comprensione dello scenario, in continua evoluzione, in cui si colloca l’attività del giornalista. Con l’obiettivo di predisporsi ad una professione che sarà necessariamente di costante aggiornamento ed acquisizione di nuove competenze e professionalità.” Leggi l'articolo integrale su Wired

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