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Nel 2023 oltre 300 giornalisti arrestati all'estero. Molti per inchieste sul proprio paese

Immagine del redattore: Ogni GiornoOgni Giorno

Sul blog ValigiaBlu i dettagli su un bilancio che colpisce la libertà di informazione

Sono 320 i giornalisti in carcere al primo dicembre 2023, secondo un’indagine del Committee to Protect Journalists (CPJ). Il secondo dato più alto da quando, nel 1992, il CPJ ha iniziato a censire il numero di giornalisti dietro le sbarre in tutto il mondo. Il censimento è infatti un’istantanea dei giornalisti incarcerati al primo dicembre di ogni anno, non include quelli scomparsi o tenuti imprigionati da soggetti non statali né chi è stato in carcere durante l’anno e poi rilasciato. In ogni caso si tratta di una fotografia inquietante dell’autoritarismo dei governi e della loro determinazione a soffocare le voci dipendenti. In alcuni casi, la repressione è transnazionale: i giornalisti sono minacciati e intimiditi anche al di fuori dei confini nazionali, come nel caso dei mandati di arresto emessi da Mosca per i giornalisti russi che vivono in altri paesi, o dell’Etiopia che ha imposto il ritorno di un giornalista in esilio per affrontare le accuse di terrorismo dopo averlo fatto arrestare nella vicina Gibuti.

Più della metà dei giornalisti in carcere (168) è vittima di diffamazione e accusata di terrorismo nei confronti del proprio paese, come ritorsione per le loro indagini critiche nei confronti dei governi. Spesso si fa ricorso a detenzioni preventive che vengono estese ingiustificatamente e le ritorsioni riguardano anche gli avvocati difensori. In 66 casi, le persone detenute non sono state neanche informate delle accuse mosse nei loro confronti.  Leggi di più nell'articolo di Valigia Blu

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