Una tv che ha fatto storia, che è entrata nelle case degli italiani con leggerezza e con una comicità autentica. quella tv li ha resi celebri e loro hanno dato spessore e continuità alla televisione di quei tempi offrendo contenuto senza mai stancare. Sandra Mondaini e Raimondo Vianello non potranno mai essere dimenticati e il patrimonio artistico che hanno lasciato deve essere raccontato nelle scuol e alle nuove generazioni. Oggi a 10 anni dalla morte la storica coppia dello spettacolo riceve un omaggio filatelico e postale con l'emissione di un francobollo valido per la posta ordinaria. La vignetta del francobollo mostra una caricatura realizzata da Bruno Prosdocimi che ne sintetizza alcuni programmi di grande successo. Basta d'altra parte una carrellata di titoli che hanno segnato la storia della televisione in Italia: da Un, due , tre con Vianello e Tognazzi o Domenica in con Mondaini e Corrado. Anche nelle televisioni private continua il successo: da Attenti a noi due a Pressing e a Casa Vianello. Coppia sul lavoro e nella vita, sono morti a distanza di pochi mesi.
Sandra Mondaini ha lasciato la vita terrenza il 21 settembre del 2010, un martedì poco prima delle 13, all'ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverata da circa 10 giorni. Aveva 79 anni era malata da tempo. Pochi mesi prima era rimasta vedova del marito Raimondo Vianello, 52 anni di vita insieme, molta passata in tv, interrotta il 15 aprile 2010. Era visibilmente sofferente, al funerale di Raimondo il compagno di una vita - lei scelse il low profile per uscire dalla ribalta. Attrice brillante che puntava sulla comicità pura e sulla recitazione, Sandra Mondaini è stata protagonista di un susseguirsi di sketch indimenticabili che hanno segnato la sua carriera. I più famosi sono quelli con il marito Raimondo Vianello, fra i quali spicca la sit-com Mediaset del 1988 "Casa Vianello"- che ha lanciato il celebre tormentone del "che barba, che noia» nel lettone matrimoniale - , anche se i suoi primi sketch «coniugali" furono quelli recitati con Corrado a «La Trottola» nel 1964. Tra i personaggi interpretati senza il marito, uno di quelli più rimasti nell'immaginario collettivo è quello del clown «Sbirulino», apprezzato non solamente dai bambini.
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