Con un testo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature, da Mountain View hanno fatto sapere che il loro processore Sycamore a 54 qubit è stato in grado di eseguire in circa 200 secondi un calcolo che a un computer normale avrebbe richiesto circa 10mila anni. Cioè sarebbe stato virtualmente impossibile. Questo, questa capacità di fare cose che un’altra macchina non sarebbe in grado di fare, è appunto la “supremazia quantistica”.Il “quantum computer” si basa sui princìpi della meccanica quantistica: invece dei bit, le unità cardine dell’informatica, ci sono i qubit; invece di considerare tutto come una sequenza di 1 e 0 alternati, un processore quantistico può analizzare gli 1 e gli 0 insieme, nello stesso momento. Se un bit può immagazzinare le informazioni come un 1 oppure uno 0 (un interruttore in un circuito è aperto oppure chiuso), il qubit può tenere conto di entrambi i dati contemporaneamente (1 e 0, aperto e chiuso): banalmente, un qubit ha il doppio di capacità di un bit, ma 4 qubit ne hanno il quadruplo rispetto a 4 bit e così via, in modo esponenziale. Questo fa sì che un computer quantistico, messo di fronte a un problema (un’equazione molto difficile, per semplificare), sia in grado di trovare la soluzione valutando contemporaneamente più soluzioni differenti.
no realizzati di alluminio, mentre per altre componenti è stato utilizzato l’indio, un metallo rarissimo e molto malleabile. Il tutto viene mantenuto a una temperatura vicino allo zero assoluto (cioè, intorno ai -273 gradi centigradi): gli elettroni variano il loro stato se sottoposti al calore, che è dunque il nemico numero uno, ma dentro è completamente diverso: il cuore non sono i transistor di silicio, ma gli elettroni, che sono in costante movimento e possono appunto assumere stati diversi durante l’esecuzione di una qualsiasi operazione di calcolo. Nel caso del Sycamore di Google, il processore e i superconduttori per gli elettroni sono realizzati di alluminio, mentre per altre componenti è stato utilizzato l’indio, un metallo rarissimo e molto malleabile. Il tutto viene mantenuto a una temperatura vicino allo zero assoluto (cioè, intorno ai -273 gradi centigradi): gli elettroni variano il loro stato se sottoposti al calore, che è dunque il nemico numero uno di queste macchine
Comments