Compie settant'anni il 'cinema' all'interno delle mura vaticane. La sala di proiezione al Palazzo San Carlo cominciò ad essere operativa nel luglio del 1949. Lo scopo era rendere agevole la visione delle pellicole da parte della Pontificia Commissione per la Cinematografia Didattica e Religiosa. Era appena stata costituita e subito si vide arrivare una quarantina di soggetti da visionare per esprimere giudizi o consigliare ritocchi. Gli autori cercavano una sorta di 'imprimatur' da parte della Santa Sede per le loro opere. E' il nucleo originale di quella che nel 1953 diverrà la Filmoteca vaticana, avviata con pellicole provenienti dall'appartamento privato di Pio XII, e istituita poi formalmente nel 1959 da Giovanni XXIII. A raccontare la storia di questo pezzo molto particolare della vita vaticana è monsignor Dario Edoardo Viganò, vicecancelliere della Pontificia accademia delle scienze e della Pontificia accademia delle scienze sociali, nel libro "Il cinema dei Papi. Documenti inediti dalla Filmoteca vaticana" (per le edizioni Marietti 1820). Monsignor Viganò, un passato nel Centro televisivo Vaticano prima e poi come Prefetto della comunicazione , è un grandissimo esperto di cinema e docente di questa materia in diverse università. Avvalendosi di documenti in gran parte inediti, provenienti dagli archivi della Segreteria di Stato, del Dicastero per la comunicazione
della Santa Sede e anche della Gendarmeria pontificia, ha messo insieme i puzzle di questa particolare esperienza all'interno delle mura leonine. Oggi sono ottomila i titoli in archivio che documentano le immagini in movimento dei pontificati novecenteschi, a partire dal primo 'ciak' papale, un documento del 1896 che mostra una passeggiata di Papa Leone XIII nei Giardini Vaticani.
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