Chissà che sensazione si prova nel restituire un premio Pulitzer. Sembra strano ma la storia ci ricorda che la più prestigiosa onorificenza per il giornalismo è stata consegnata alla persona sbagliata a causa di un articolo inventato
Esattamente 40 anni fa, il 15 aprile 1981, la giornalista Janet Cooke vincitrice due del premio Pulitzer per un articolo su un bambino tossicodipendente di otto anni, viene sconfessata: il suo reportage era inventato. La storia pubblicata il 28 settembre 1980 ha tutti gli elementi del grande reportage giornalistico nel descrivere la vita incatenata di un tossicodipendente di soli otto anni, raccontando particolari come: "I segni degli aghi che puntegiano la pelle liscia da bambina delle sue sottili braccia brune", tutti gli elementi eccetto il più importante: la verità. Dopo la pubblicazione Marion Barry, sindaco di Washington D.C., organizza una ricerca a tappeto del piccolo Jimmy che non dà esito, ma dichiara che il piccolo è ben conosciuto e sottoposto ai trattamenti riabilitativi, ma pochi giorni dopo ne viene annunciata la morte. Nonostante i dubbi sollevati sulla veridicità del racconto, questo viene proposto per il Pulitzer e lo vince, ma letta la notizia della vittoria al Toledo Blade dove Janet Cooke ha lavorato, si accorgono che ci sono discrepanze nelle sue note biografiche e ulteriori indagini rivelano che ha gonfiato i propri titoli accademici.
Messa sotto pressione dal suo editore Donald Graham confessa di avere inventato la storia e già il 15 aprile Graham tiene una conferenza stampa seguita il giorno successivo da un editoriale di pubbliche scuse.
La vicenda rimane impressa nella memoria soprattutto per la consegna del prestigioso premio, ma il giornalismo potrebbe raccontare numerose storie simili nel mondo. La passione per uno dei mestieri più belli potrebbe giocare brutti scherzi, la voglia di emergere, di valorizzare la propria firma oppure di non riuscire ad aspettare il proprio momento e di non saper accettare i sacrifici e le rinunce potrebbero facilmente invogliare a prendere scorciatoie e azioni che vanno contro il codice deontologico del giornalista.
Janet Cooke Cooke apparve allo show di Phil Donahue nel gennaio 1982 e disse che l'ambiente ad alta pressione del Post aveva corrotto il suo giudizio. Ha detto che le sue fonti le avevano accennato dell'esistenza di un ragazzo come Jimmy, ma, incapace di trovarlo, alla fine ha creato una storia su di lui per soddisfare i suoi editori.
Nel 1996, Cooke ha rilasciato un'intervista sull'episodio di "Jimmy's World" al giornalista di Mike Sager , il suo ex fidanzato e collega del Washington Post . Cooke e Sager hanno venduto i diritti del film sulla storia alla Tri-Star Pictures per 1,6 milioni di dollari, ma il progetto non è mai andato oltre la fase della sceneggiatura. A partire dal 2016, ha scritto Sager sulla Columbia Journalism Review , "vive entro i confini degli Stati Uniti continentali, in un ambiente familiare, e persegue una carriera che non coinvolge principalmente la scrittura"
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